martedì 5 febbraio 2013

Nizza: Palais Lascaris, per chi ama la musica

Quando il posto che si desidera raggiungere è nella città vecchia, lasciate la cartina a casa, perché è assolutamente inutile. Potreste essere fortunati e imbattervi subito nei cartelli che vi porteranno a destinazione (non nel nostro caso), potreste trovare subito qualche negoziante che conosce bene la zona (non nel nostro caso) o potreste continuare a girare in tondo e poi ritrovarvici davanti (eccolo il nostro caso!). C'è da dire che io ho il senso dell'orientamento di una foglia di lattuga e L. delle cartine se ne infischia.

Palazzo Lascaris è in una di quelle viuzze strette strette della città vecchia, tra negozietti colorati e minuscole gallerie d'arte. Costruito a metà del XVII secolo per i Conti Lascaris di Ventimiglia, resta dimora privata fino alla Rivoluzione. La città di Nizza lo acquista solo nel 1942, trasformandolo in monumento storico quattro anni dopo.

L'interno è molto bello, ma difficilmente fotografabile: un po' per le strane luci che vi hanno messo, un po' perché la maggior parte degli spazi sono molto stretti. Tuttavia, anche se ho scattato tutte foto storte e stranamente illuminate, sono rimasta infinitamente soddisfatta: non sapevamo fosse un museo dedicato agli strumenti musicali e L. è letteralmente impazzito. Insomma, lui è quello che se ne sta sempre un po' impassibile (l'ho visto  scomporsi solo per Caravaggio e il concerto dei Bauhaus) e si lamenta spesso del fatto che io stia sempre lì a far foto a qualsiasi cosa. Stavolta, invece, si è girato bruscamente verso di me e mi ha intimato di fotografare TUTTO.

Purtroppo noi siamo andati di pomeriggio, senza sapere che proprio quella mattina vi era una piccola conferenza con concerto. La prossima volta...

Dopo quel triste tentativo di fotografia per le scale che portavano al primo piano, questa è la prima sala che ci ha accolti. Il manifesto presenta il primo concerto di Liszt a Londra nel 1824 con un piano Erard a scappamento doppio, quello a destra. 




Sébastian Erard, verso il 1811

Poi ci siamo imbattuti nella Calderarpa (fotografata su entrambi i lati), strumento brevettato nel 1886 da Andrea Luigi Caldera, ingegnere torinese, in collaborazione con Giovanni Racca, un artigiano specializzato nella realizzazione di pianoforti di Bologna. Ve ne sono altre due al mondo: una conservata al Museum of Art a New York e l'altra in una collezione privata. 

Ecco poi i piani Boisselot et fils. Iniziarono la loro produzione nel 1831 ed ebbero subito un immenso successo. I loro primi brevetti risalgono già al 1839 e nel 1844 brevettarono quello che oggi è conosciuto come il pedale sostenuto, introdotto poi anche da Steinway nel 1874.

Ad Altenburg, in Turingia, nella casa in cui visse tra il 1848 e il 1861, Liszt aveva un piano Bechstein, un Erard e un Boisselot. Scrisse a Xavier Boisselot:
Sappi che negli ultimi 13 anni ho tenuto nel mio studio privato a Weimar il pianoforte a coda inviatomi a Odessa nel 1846 dal tuo eccezionale fratello. Anche se i tasti sono quasi del tutto consumati per tutta la foga della musica passata, presente e futura, non permetterei mai che venisse restaurato e sono deciso a tenerlo, come compagno prediletto del mio lavoro fino alla fine dei miei giorni.


I piani Pleyel
"Oltre al pianoforte a coda (Pleyel), Chopin ha sempre avuto un pianino col quale impartiva le sue lezioni. Si trattava di un pianino che venne inviato a Maiorca durante il suo viaggio con George Sand, n° 6668, sul quale egli compose i suoi preludi".

Con pianino si intende un piano verticale.

Serinette
La serinette è un  piccolo organo meccanico utilizzato per insegnare delle brevi melodie agli uccellini. Fu inventata in Francia a metà del XVIII secolo, ma... da chi?! Chi è che ha pensato a uno strumento specifico per questo scopo?! Antoine Henry (non sono riuscita a trovare informazioni su quest'uomo, sfortunatamente).











Clavicembalo, fine del XVIII secolo

Pianoforte quadrato di Joseph Simon




Modellino di un claviciterio

Uh, c'erano tantissimi altri strumenti, ma finite le obbligatorie foto alla sezione dei pianoforti mi sono lasciata solo trasportare dalla bellezza di queste arpe a luci rosse. Quella in primo piano apparteneva alla contessa Beaumont, le altre due sono prototipi sempre a cura di Sébastien Erard. Le iniziò a costruire circa nel 1790, arrivando a realizzare quella che è l'arpa utilizzata oggi, ovvero l'arpa "a doppio movimento" 







Le uniche foto vagamente decenti degli interni del Palazzo.






2 commenti:

  1. Magnifici!! La calderarpa! E lo strumento per insegnare a cantare agli uccellini piacerà un sacco a Mr. K!

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    1. Bellissimi, vero? Quando ho visto la serinette ti ho pensata! :)

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