venerdì 19 luglio 2013

Un insegnamento di Don Juan

Il testo che segue è la mia traduzione di un brano tratto dalla versione francese de "El segundo anillo de poder", di Carlos Castaneda. In francese il volume si intitola "Le Second anneau de pouvoir", mentre in Italia il volume è uscito con il titolo "Il secondo anello del potere", edito da Rizzoli nel 1978 con traduzione di Pier Francesco Paolini.

Tradotto da me. 

“Don Juan mi aveva già posto di fronte a questo dilemma: non potevo in alcun modo aiutare il prossimo. Infatti, nella sua visione delle cose qualsiasi sforzo da parte nostra volto ad aiutare gli altri non era che un atto arbitrario guidato unicamente dal nostro personale interesse.

Un giorno che mi trovai con lui in città, raccolsi una lumaca che si trovava in mezzo al marciapiede e la misi sotto delle piante rampicanti, protetta. Ero certo che se l’avessi lasciata in mezzo al marciapiede qualcuno, prima o poi, l’avrebbe pestata. Pensai che, mettendola in un luogo sicuro, l’avessi salvata.

Lui mi fece notare che la mia supposizione era sbagliata, perché non avevo preso in considerazione due possibilità importanti. La prima era che la lumaca si stava forse sottraendo a una morte certa, causata da un veleno depositato sotto le foglie delle piante. La seconda era che la lumaca aveva abbastanza potere personale da attraversare il marciapiede. Col mio intervento non avevo salvato la lumaca: le avevo piuttosto fatto perdere ciò che aveva con tanta pena guadagnato.

Volli allora rimettere la lumaca dove l’avevo trovata, ma non me lo lasciò fare. Mi disse che era destino della lumaca incontrare sul proprio cammino un cretino che le aveva fatto perdere il suo slancio. Se l’avessi lasciata dov’era, forse sarebbe stata ancora capace di raccogliere abbastanza potere per andare dove era in procinto di andare.

Credetti di aver compreso il suo ragionamento ma, di fatto, non feci altro che annuire superficialmente. La cosa più difficile, per me, era lasciar vivere gli altri."

giovedì 11 luglio 2013

Smile!





Mi sembra di essere tutta occhi, ultimamente. 

Il fatto è che con il caldo è arrivata un'ondata di lavoro più intensa del solito. Così, dopo aver trascorso la giornate a scrivere - tanto da avere persino il polso dolorante, mi sento infine prosciugata delle parole quotidiane. Ne rimangono giusto una manciata, come i granelli di sale, ma vanno a condire una storia che sto intessendo altrove e a cui sto cercando di dare un senso. 










E poi faccio queste cose folli, come lavorare 15 ore il venerdì per poter trascorrere l'intero fine settimana senza computer e immersa tra i monti, con una cara amica e pile di scatolette di tonno e lenticchie, a prendere un po' di luce con un libro tra le mani, ad annotare espressioni nuove, ad ascoltare le conversazioni dei vicini francesi al bar, a bruciarmi i piedi sulle pietre scaldate dal sole, a sbagliare strada e ritrovarmi su una statale invece che su di un bel viottolo costeggiante il fiume, a guardare un film demenziale prima e uno noiosissimo poi e a scattare foto in stile cartolina anni '70.

E al ritorno ho ancora il polso dolorante ma una voglia matta di rimettermi al lavoro, nuovi incarichi di traduzione per testi di un genere inesplorato e un profondo senso di soddisfazione.


lunedì 8 luglio 2013

La panchina


Come la pietra immobile 
registra segni del tempo,
la panchina accoglie le fugaci 
espressioni dei sentimenti

Mi piaceva quell'uomo lì. Senza fretta, con una rosa in mano, sembrava attendere l'arrivo di qualcuno. Anzi, più che attendere sembrava voler accogliere: di fianco a lui lo spazio esatto perché si sedesse una persona. 

La cosa più bella la sua espressione, quella di chi non ti redarguirebbe mai dicendoti: sei in ritardo.

Allestimento floreale ed elementi d'arredo realizzati con materiali di recupero dai giardinieri del Settore Verde Gestione della Città di Torino.

giovedì 4 luglio 2013

Ad alta quota



Ad alta quota, ma neanche poi molto: "appena" 150 metri. 




Oggi sono stata sull'HyFlyer, ovvero "il più grande aerostato frenato del mondo" e la seconda attrazione del mio quiz di qualche post fa. Il volo è durato venti minuti, ma non ho quasi avuto il tempo di accorgermene perché ero tutta concentrata su quel misto di eccitazione e paura che mi aveva già investita solo a guardare quell'enorme pallone bianco da basso. È un po' come andare sulle giostre, mi sono detta, anche se io su quelle che vanno in alto e veloce solitamente canto "Quel mazzolin di fiori" ridendo come una matta, perché alla base sono una terribile fifona.




Oggi non ho cantato, per fortuna. C'era un bel venticello, il pavimento era piacevolmente instabile e sembrava di poter percepire i movimenti di ogni singola persona presente su quel trabiccolo. Una favola.

















E se il cavo si rompe, mamma?chiedeva un bambino spaventato. In caso andremmo solo più velocemente verso l'alto, rispondeva lei. Morirei d'infarto, commentavo mentalmente io. Però... che spettacolo!





C'era anche una parte del pavimento trasparente dalla quale, una volta raggiunta, non mi sono più mossa. 




lunedì 1 luglio 2013

Settimana intensa

È estate, a Torino. Non ha piovuto, non ha grandinato, non ha tirato vento e non ci sono cumulonembi minacciosi all'orizzonte pronti a rendere ombroso ogni anfratto, solo un sole diretto, fortissimo, che si spalma mellifluo sul cemento e toglie il respiro. 

All'arrivo delle pigre e più lunghe giornate estive si è accompagnato non solo il mio ritorno in città, ma anche quello di diverse amicizie. Così, complice l'aria tiepida e il conseguente buonumore, sono stati giorni intensi pieni di:

- esperimenti culinari

Cous cous vegetariano
- cene fuori 

Ristorante cinese
- scoperte

Apostrofi per tutti, accenti per nessuno


- musica dance in piazza - a Torino è arrivata l'NBA (?!?) e per l'occasione Radio Deejay ha organizzato una sessione di ballo in piazza Castello. Delirio. 



 - nuove mostre 






 - piacevoli passeggiate

Parco degli innamorati al Valentino

 - facce stralunate di gente sconosciuta


- massaggi rilassanti



 - danze indiane




 - cibo indiano!



 - momenti nostalgici


- tentazioni frenate dal buonsenso 


È talmente di cattivo gusto che avrei comprato tutto il servizio

- attimi di una bellezza silenziosa

Via Garibaldi

Domani è lunedì. Si ricomincia.




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