mercoledì 15 luglio 2015

Traduttori e postazioni di fortuna

Ieri mattina mi ha scritto un'amica e collega suggerendomi, scherzando, di creare una rubrica del blog dedicata alle postazioni improvvisate dei traduttori. Perché no?

Non so quanti abbiano voglia di partecipare a questa idea, ma intanto ecco come lei sta lavorando in questi giorni di semi-vacanza (ovvero: giorni in cui lavora, ma da casa di amici). 



A sinistra il portatile è stato portato a livello sfruttando le enciclopedie, sempre utilissime nel momento del bisogno. A destra... be', il secondo monitor si è rotto e provvisoriamente ne è stato riesumato uno di quelli preistorici con tubo catodico. 

Perché due schermi? In molti ne preferiscono due per questioni legate alla vista, ma nel suo caso non potrebbe farne a meno perché si occupa di adattamento e sottotitolaggio, perciò da una parte visualizza il filmato, dall'altra il file di lavoro.

Ah, dimenticavo: come avrete immaginato, si è trovata costretta a lavorare in piedi. "Non so se ho più male alla schiena o alle gambe, non vedo l'ora di tornare a casa", ha commentato.


6 commenti:

  1. Io invece mi ritengo fortunata perché ho la scrivania e non mi muovo praticamente mai da qui. Però per acquerellare non posso fare a meno che usare il tavolino da tè davanti alla finestra che mi costringe a sedermi per terra o inginocchiarmi, me le vado a cercare! xD

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    1. Per gli acquerelli ti sposti per questioni di spazio, di luce o entrambe?

      Anche io ho una mia postazione fissa, ma quando si decide di lavorare in viaggio... sai quel che lasci ma non sai quel che trovi, anche se fortunatamente a me non occorrono due schermi!

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  2. "Il tavolino è necessario allo studio come il letto all'amore" (Giuseppe Prezzolini, "Saper Leggere").
    La frase originaria risale al 1956 ma, secondo me, è perfettamente calzante all'epoca attuale, con le scrivania che è occupata dal computer in vece (o in compagnia) dei libri. La scrivania deve essere anche corredata da una sedia comoda e deve essere in ottima posizione in relazione alle fonti di luce.
    Una qualsiasi soluzione diversa dalla presenza della scrivania non può che essere temporanea e limitatissima nel tempo, perché oltre a pagare con gli inesorabili inconvenienti fisici postumi, il risultato di quanto si deve fare sulla scrivania (studio o lavoro che sia) sarà in ogni caso approssimativo e di scarsa qualità :)))

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    1. Spero che la mia amica sia riuscita comunque a svolgere un buon lavoro. Quel che è certo è che gli inconvenienti fisici postumi li ha patiti tutti. Hai mai sentito parlare di questa soluzione, invece?

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    2. Ho visto il video. Sembra efficace, ma dubito che il metodo possa andare bene se la scrivania è utilizzata per studiare cose difficili o per svolgere un'attività che richiede profonde riflessioni o un "modo di pensare stereofonico", cioè la continua valutazione di molti elementi in ogni fase.
      Ecco, delegare una parte pur minima del proprio cervello per mantenere l'equilibrio, per stabilizzare il proprio baricentro e per coordinare i movimenti, secondo me potrebbe pregiudicare la qualità e/o la riuscita di ciò che si sta facendo.

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    3. Tendo a condividere il tuo pensiero, tuttavia è una soluzione alternativa che sarei molto curiosa di provare, non in completa sostituzione della cara e buona vecchia sedia, ma almeno per fare un po' e un po' :)

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